Un matrimonio.
Una chiesetta sul mare.
Un prete inquieto, un fioraio presuntuoso.
La sposa, lo sposo, le loro storie.
Un organista misterioso.
Invitati inaspettati dietro le loro maschere.
La stanza della sposa.
E poi, la lettera.
La trama
In una cittadina di provincia c'è molta attesa per il matrimonio dell'anno.
Gli invitati attendono l'arrivo della sposa: una carrellata di personaggi accomunati dalle occasioni che, nella vita, si sono lasciati sfuggire, dalle opportunità che spesso non hanno neppure saputo riconoscere. Una storia con un doppio finale impossibile da prevedere.
Un assaggio
Quindi, era il 22 novembre.
Sembrava che il mare, il cielo, le rocce ed il vento, in quel luogo presenti da sempre, avessero da sempre avuto un solo scopo: aspettare quel matrimonio.
Che quella chiesetta, lì da quasi novecento anni, in tutto quel tempo avesse solamente atteso quel 22 novembre. Atteso i fiori, la musica, gli invitati e gli sposi.
All’inizio si era pensato di fare un matrimonio, per così dire, ‘allargato’. Pertanto, una domenica, la sposa e sua madre si erano messe di buona mattina con rubriche, agende e diari alla mano a compilare la lista degli invitati, sulla base di quattro criteri: si dovevano ovviamente invitare tutti i parenti di entrambe le parti, fino al quinto grado di parentela, anche se non frequentati da anni o mai incontrati (i parenti non vanno offesi e poi, comunque, non vengono); si dovevano invitare gli amici di entrambi i genitori, e i conoscenti cui, per qualche motivo, si era particolarmente legati; si doveva naturalmente ricambiare l’invito a coloro che avevano invitato gli sposi o i genitori al matrimonio di qualche familiare (non si poteva far torto a nessuno e poi, comunque, col matrimonio lontano dalla città, non sarebbero venuti); si dovevano infine invitare tutti gli amici degli sposi, che erano veramente tanti – del liceo, dell’università, extrascolastici e almeno gli stretti collaboratori dell’ufficio – e che, si sapeva, sarebbero venuti tutti.
Alle cinque del pomeriggio, esauste, tirarono finalmente le somme. Invitati della sposa: senza contare i bambini.
Si guardarono negli occhi e, per un attimo, si sentirono perse. Anche calcolando molto ottimisticamente che la metà degli invitati rifiutasse, e che lo sposo avesse una lista molto corta, il numero era del tutto inaccettabile. Il papà, il notaio, le avrebbe (madre e figlia) scaraventate giù dalla finestra.
Non era una questione di soldi: era una questione di stile.
La domenica successiva si ritrovarono, senza diari né agende di alcun genere, e rividero i criteri: parenti stretti al 2° grado; amici di famiglia e persone di famiglia affettivamente legate agli sposi; amici degli sposi, intimi e di assidua frequentazione; e i capiufficio di entrambi.
Alle 11,30 di quella stessa domenica mattina tirarono le somme, comprendendo anche la lista dello sposo: 128 invitati, senza contare i bambini.
Si guardarono negli occhi, palesemente soddisfatte.
Quella mattina di novembre, quando tutto fu pronto e l’organo intratteneva gli invitati, ad aspettare gli sposi e i loro genitori c’erano, neppure a farlo apposta, cento persone. Cento esatte.
Persino questo faceva pensare a un equilibrio stabile.
Come a tutti i matrimoni, anche in quello, specialissimo, l’eleganza si sprecava.
La cerimonia della vestizione, come prima la ricerca dell’abito, per gli ospiti di sesso femminile era stata importante quasi quanto per la sposa.
Come a tutti i matrimoni, ogni invitata – bella o brutta, giovane o attempata, timida o spavalda – si era sentita autorizzata a una sofisticata ricerca che le permettesse in quel giorno di essere perfetta, al pari della sposa anche se in vesti diverse.
Così quel giorno, in abiti elegantissimi consoni alla propria persona e personalità, tutte si guardavano intorno, allungando leggermente il collo, certe della propria perfezione.
Persino le più timide, le più dimesse, quelle che solitamente sfuggono gli sguardi altrui e si adoperano per annientarsi davanti al mondo, persino loro, in quel giorno di grazia, abbassavano gli occhi fiere di ricevere degli sguardi – in verità distratti o del tutto immaginati –, vanitose nella loro ritrosia, sicure di destare meraviglia.
Diciamolo pure: il matrimonio è un evento tutto al femminile. Tolto lo sposo e il padre della sposa – che inevitabilmente prova emozioni irripetibili, di gioia e commozione, simili forse a quelle del giorno in cui quella figlia nasceva, ma complicate da sentimenti di nostalgia e finanche di gelosia – tutta l’emozione di quel giorno è al femminile.
Chi vive la favola, l’atmosfera, l’attesa, i preparativi, le preoccupazioni, la gioia, le gelosie e le invidie, sono tutte donne: madri, sorelle, nonne, amiche, nemiche e conoscenti.
Erano loro che quella mattina arrivavano alla spicciolata, si riunivano in eccitati cicalecci, tormentavano la borsetta acquistata per l’occasione, scioglievano crocchi per formarne subito altri, le più romantiche isolandosi a contemplare il mare e la scogliera a qualche metro dalla chiesa, lasciandosi scompigliare un po’ – ma non troppo – l’acconciatura dal vento.
Erano loro che guardavano l’orologio con piccoli movimenti che a stento nascondevano l’impazienza, e allo stesso tempo, con una malinconia un po’ troppo ostentata, tentava no di fermare il tempo di quell’attesa, in quanto sapevano che l’attesa era tutto e la comparsa della sposa sarebbe stata l’inizio della fine.
All’arrivo della sposa, infatti, tutto sarebbe precipitato: i saluti, la messa, le promesse, le fedi, la musica, le lacrime, il riso, i baci, le foto, il pranzo, e di nuovo tanti saluti. Tutto in un vortice precipitoso, fino al silenzio finale, al viaggio inverso di ritorno a casa, senza più incantesimi né niente di altrettanto magico da aspettare – per chissà quanto tempo.
Gli uomini, impeccabilmente vestiti di scuro, qualcuno con la sigaretta tra le labbra, sembravano semplici spettatori capitati lì per caso – in mezzo a quel brulichio di movimenti, in quel groviglio di sentimenti, tra quegli sguardi languidi o infuocati, divertiti, eccitati, curiosi o impazienti, in mezzo a tutte quelle borsette, quei vestiti colorati, tra qualche cappellino e collana di perle, orecchini di brillanti, anelli e bracciali.
Mentre le loro donne (mogli, figlie o fidanzate) vivevano intensamente quell’attesa, loro semplicemente la subivano, da quelle donne dimenticati, come qualcosa di superfluo per quel momento denso di un’emozione che non li riguardava.
Se l’attesa era per veder compiersi la favola, per quell’e vissero felici e contenti che alberga da tempi immemorabili nell’animo e nell’immaginario femminile, la curiosità era invece unicamente per l’abito della sposa.
Come a tutti i matrimoni, anche a questo le invitate, senza eccezioni, attendevano di vedere la sposa non meno della favola. Attendevano di vederne la bellezza, ma non sarebbero tuttavia rimaste troppo deluse nel doverne ammettere la goffaggine, l’inadeguatezza, la scarsa eleganza.
Questa era la scena che si offriva in quel luogo, quel 22 di novembre, agli occhi di un estraneo, un quarto d’ora prima dell’inizio della cerimonia: un posto incantevole, una chiesetta romanica meravigliosamente addobbata, i profumi del mare, una musica sublime, una fibrillante attesa femminile, una pigra attesa maschile.
Recensioni Blog & Lettori
Paola Catalano
“Un regalo meraviglioso che mi ha scaldato il cuore, un capolavoro da leggere assolutamente.
Una storia incredibile che viaggia su strade inconsapevolmente parallele. Una lettera, una storia, un ricordo, una metafora da leggere tutta d'un fiato dove tutti potranno ritrovare sé stessi lungo il cammino."
Diego Fornero, Giornalista
“Un climax ben costruito, per un'opera convincente che vola via come una breve sonata di organo, proprio come quella del musicista in attesa che ha un ruolo così particolare nello scandire il tempo di queste pagine.”
La Lettrice Sovrana, Instablog - Valentina
“Interessante riflessione su quelle che sono le scelte, prendendo come riferimento quello che dovrebbe essere il giorno più importante della nostra vita, il matrimonio. Attenzione però, questa non è una sdolcinata storia d'amore, questa è una breve lettura che smuove forti riflessioni.
Una lettura ottima per chi non ha paura di mettersi in gioco, di guardarsi dentro e dare un senso e un valore al raggiungimento dei propri sogni.”
Claudia, lettrice
“E' davvero raro, in questi tempi, in cui a chiunque è consentito accedere agli onori delle stampe, leggere qualcosa di davvero degno di essere letto.
Per me leggere un libro significa cascarci dentro, come in un lago, nuotare nelle storie, essere partecipe di ciò che accade ai personaggi, di ciò che pensano e provano e, alla fine, riemergere dall'altra parte del lago, con la nostalgia di doverli abbandonare e con la gratitudine per le emozioni, le riflessioni, le memorie che mi hanno regalato.
La lettura del tuo romanzo mi ha dato proprio questo, mi ha coinvolto, evidentemente perché i temi che tocchi mi appartengono e tu li tratti in maniera davvero straordinaria, in un girotondo di riflessioni profonde e di personaggi descritti a tratti con una leggera ironia che li rende, tutti, adorabili.
Ogni capitolo è come una scatola cinese, in ognuno di essi si apre un altro mondo sul quale ci si affaccia con discrezione e che offre ulteriori scorci e altri punti di osservazione dell'animo umano e, di riflesso, di se stessi. E, alla fine, devo confessarlo, mi sono commossa.
Grazie, di cuore.”
Leggilo se, InstaBlog
"Leggilo se... vuoi leggere una "chicca". Un piccolo libro, breve ma intenso, scritto magistralmente e che merita davvero attenzione. Personaggi ben delineati... resi perfettamente con poche eleganti pennellate. Contesto descritto con sintesi impeccabile... La storia è sottile, riflessiva, illuminante… Uno stile pulito, elegante, mai melenso, fortemente evocativo. Una scrittrice di grande livello... "
Una valigia ricca di sogni, Blog
“… Lettera alla sposa è un piccolo ma delizioso romanzo... È un romanzo diverso dal solito, uno di quelli che ti spinge a riflettere anche sulla tua stessa esistenza, sulle tue scelte, andando a focalizzare il tuo sguardo sulla tua interiorità, su quella che sei veramente, e non sulla persona che vuoi mostrare al mondo.
Questo libro di poche pagine racchiude tante piccole esistenze, tante occasioni perse o colte. Ma anche una speranza: non è mai troppo tardi per ritrovare la propria strada. Di questo libro ho molto amato lo stile, raffinato ed elegante. Il finale, poi, sorprende!”
Simona
“Scrittura rapida, incalzante, chiara, ricchissima di lemmi, un concentrato di sentire capace di scandagliare, in poche parole (è proprio questa la sua straordinarietà), le parti nostre più profonde: quelle che, il più delle volte, per pigrizia, e incapacità, non sondiamo. Racconto acuto per nulla scontato. E’ stato un bel viaggio, grazie!
La lettrice, Blog - Giusi
“Ma il matrimonio è davvero ciò che vuole? Il finale vi stravolgerà tutta la lettura del libro. Un espediente letterario davvero incredibile che vi farà rivalutare qualsiasi personaggio…
A volte arriva un punto della nostra vita in cui è inevitabile che ci guardiamo intorno e pensiamo: ma cosa sta succedendo nella mia vita? Chi è che sceglie davvero, io o le persone che mi stanno attorno e mi influenzano? Porsi queste domande è fondamentale per uscire dalle prigioni della vita in cui molto spesso ci auto-rinchiudiamo.
Una lettura rilassante, che vi porterà diritti nei vostri ricordi associati al mare, al rumore delle onde, all’odore di salsedine e alle promesse che prima di fare a chiunque altro dovete fare a voi stessi. Prometto di amarmi ogni giorno della mia vita.”
Tutti i libri di una bionda, InstaBlog
“La particolare narrazione corale di questo romanzo breve è caratterizzata da una fortissimo climax ascendente che accompagna il lettore a scoprire i sentimenti sepolti di vari protagonisti. L'autrice è riuscita a regalarci attimi di fiato sospeso e occhi spalancati con una sequenza narrativa galoppante che scava negli animi dei personaggi descritti.
Meravigliose descrizioni e raffinati passaggi che con note delicate ci dispiegano un arcobaleno di spunti di riflessione. Complimenti Licia Allara, un romanzo breve ma intenso e ricco di pathos.”
Laura
⭐⭐⭐⭐
"Una riflessione sul concetto di scelta, su quanto ognuno di noi spesso si lasci trascinare dagli eventi, da un cammino precostituito senza domandarsi se è quello più giusto per se. La difficoltà di spezzare una routine, di deludere qualcuno, di adagiarsi in un affetto tiepido per paura di inseguire un sogno o farsi travolgere da un amore che non dà garanzie. Un romanzo inconsueto, una penna lieve e tante domande che toccano tutti"
Farfyfiore, Instablog - Rosy
“Storie che ti rimangono dentro... la ricerca di se stessi diventa il fulcro di ogni capitolo...
Personaggi invisibili e sconosciuti diventano parte di me, che mi emozionano...
Una lettera che racchiude ogni singolo perché… per chi ha il coraggio di capirsi...di credere in ciò che si aspetta dalla vita ...veramente!”
Manu
⭐⭐⭐⭐⭐
“Una lettura davvero bella scorrevole e appassionante. Letto in un fulmine... impossibile smettere... complimenti alla scrittrice!!!”
Giovanna Fileccia, Blog
“La scrittura di Licia Allara è frizzante e lieve, pesante e sognante. È una scrittura maturata in un tempo dilatato, ubicata in uno spazio aperto che contrasta con lo spazio interiore dei protagonisti che invece è ristretto, chiuso, quasi claustrofobico.
Già dai primi capitoli mi è chiaro come la scrittura di Licia sia a ‘togliere per mettere’. La sua è uno scrivere per negazione nel senso che, Licia, attraverso il negare racconta l’assentire. Una pratica particolare nella quale ella si avvale degli spazi vuoti per raccontare quelli pieni. L’autrice si focalizza su ciò che non è per mettere in evidenza ciò che è.
Difficile direte voi.
In verità, no, se si è in grado di scrivere con la parte più sensibile che si possiede. Licia Allara conosce bene l’animo umano."
Capitolo Zero, Blog
“Lettera alla sposa è un libro davvero bello, carico di emozioni, grazie anche allo stile dolce e delicato, ma allo stesso tempo avvolgente dell'autrice @liciaallara, che crea dipendenza e riesce a tenerti incollato alle pagine dall'inizio alla fine. Il punto forte della narrazione è che ognuno di noi può identificarsi facilmente in uno dei personaggi, attraverso le loro varie sfaccettature, e questo crea un legame ancora più forte tra la storia e il lettore. Se volete farvi o fare un bel regalo, questo piccolo gioiellino è la scelta giusta, merita davvero.”
Libri e recensioni, Blog
⭐⭐⭐⭐⭐
“L'autrice tesse abilmente un clima di attesa crescente, intarsiato dalle storie dei suoi protagonisti, che si interrompe bruscamente nell'ultimo capitolo e, come se si risvegliasse da un sogno, cambia anche il tempo della narrazione. Luoghi e personaggi sono delineati con cura, sono vivi perché bene o male ognuno di noi vi si riconosce e, anche se nessuno di essi ha un nome, saranno difficili da dimenticare.
Raccontare di personaggi e luoghi senza nome è la strategia che la Allara usa per renderli portatori di un messaggio universale: infatti il romanzo, se pur breve, illustra un'epoca, mostra come spesso tutto sia diverso da ciò che sembra, come tutti siamo in fondo diversi da ciò che crediamo di essere…
… Un ottimo lavoro di psicologia di sentimenti, emozioni, progetti analizzati dall'interno in cammino verso la necessità di progettare un futuro di emancipazione dagli schemi, dai muri, per vivere veramente se stessi. E infine la lettera che riavvolge il nastro e contemporaneamente lo svolge.”
Books & Cuddles, Blog - Daniela
“La penna misurata e precisa della Allara è come una piccola vanga che scava nell’animo dei personaggi, nel loro background, nelle scelte che hanno fatto. “Lettera alla sposa”, infatti, è una storia sui momenti epifanici…
…dinamico come un coro polifonico, ci presenta tanti punti di vista, tante storie nella storia, rendendo l’intreccio godibile e vivace, fino al bellissimo e inaspettato finale. Consigliato!”